Logico che sia cambiato tutto, sono passati vent’anni, un lasso di tempo molto lungo, soprattutto per la frenesia con cui viviamo da internet in poi.

Se poi penso alla mia vita, nulla e’ uguale: un figlio (inaspettato e benedetto) in piu’, una compagna diversa, mille cambiamenti fuori e dentro di me.

Resta pero’ immutato, e penso immutabile, il ricordo di come ho vissuto il fallimento della Fiorentina, quel dolore inestinguibile che sento ancora, anche se siamo piu’ o meno tornati quelli di prima.

Quelle ore angoscianti in cui ero come tagliato in due: da un lato il David che dal 1966 andava allo stadio e soffriva per la maglia viola, dall’altro il dovere del professionista, il peso di due redazioni da guidare (Radio Blu e Canale Dieci).

Non dormii la notte prima del fallimento, come poi mi sarebbe successo anni dopo per cose certamente piu’ importanti per la mia vita della Fiorentina, ma quell’angoscia resta qualcosa che non smettera’ mai di fare male.