Ve li ricordate i buoni propositi della primavera 2020? Le canzoni sul balcone e le bandiere arcobaleno con la scritta “andrà tutto bene”?

Saremo migliori, dicevano in tanti, non io che sull’argomento natura umana ho sempre idee confuse, e comunque una cosa sembrava certa: il rispetto per l’interlocutore, l’ascolto di chi abbiamo davanti.

Ventuno mesi dopo è saltato tutto, ci siamo incattiviti, provati e destabilizzati dalla mancanza di normalità, dalla paura di non sapere come sarà il domani, frustrati dalle aspettative, puntualmente andate deluse.

Sono peggiorato anch’io, non ho problemi ad ammetterlo: ho toccato il punto di tolleranza zero con i  no-vax, che invece sono partiti da subito con una violenza dialettica, e in alcuni casi pure fisica, sorprendente.

Siamo stanchi, stanchissimi, prevedo affari d’oro per avvocati divorzisti, psicologi e psicanalisti, sempre che ci siano ancora i soldi per pagare le notule.

Comunque sia, buon 2022 a tutti e non diciamo niente, che forse è meglio.