A me della coloritura politica della curva del Livorno interessa solo quando non esagerano con l’ostentazione, cosa che purtroppo negli ultimi anni avviene un po’ troppo spesso.
Cioè quando esibiscono la bandiera della defunta e mai rimpianta Unione Sovietica o quando qualche imbecille inneggia a Stalin, dimenticando i milioni di morti di quegli anni terribili.
In quei casi è giusto stigmatizzare e comunque io non riesco ad assimilarli ai gruppetti nazi-fascisti di Roma, ma non è detto che abbia ragione.
Per il resto, scusate, ma a me i livornesi piacciono da morire.
Come ho già scritto un paio di mesi fa, li sento simili a noi e mi riconosco in molti loro atteggiamenti.
Da perfetto fiorentino presuntuoso, ovviamente non mi cambierei mai con loro perché ho la convinzione molto provinciale e snob di essere nato e vivere nella città più bella del mondo, ma se proprio dovessi essere costretto ad andare via da Firenze sceglierei Livorno o forse Bologna.
Per tutti questi motivi spero con tutto il cuore che non accada niente che ci faccia andare in prima pagina per motivi extra calcio e mi auguro che i capi tifosi trovino un’intesa, al momento improbabile.
A dirla tutta, la storia degli ultras livornesi che per gemellarsi con i nostri chiedono “politicamente” di rompere con i veronesi mi è sembrata una vera “bischerata” dei nostri cugini sul mare.
Bene hanno fatto Passarella e compagni a rispondere di no e comunque alla fine è stato un vero peccato, perchè secondo me il gemellaggio avrebbe funzionato.
Sulla partita teniamo il fiato sospeso, ma se davvero dovessimo vincere dopo l’immane sforzo di mercoledì io mi iscrivo al partito del Ciuffi e comincio a fare l’occhiolino al secondo posto.