“Adesso il nostro prossimo obiettivo è il raggiungimento della Coppa Uefa, abbiamo adesso 12 punti di vantaggio. Dobbiamo procedere per gradi”.
Così ha parlato oggi il buon Corvino nel suo discorso di fine mercato alla Nazione viola.
Ora, a me pare giusto salutare l’eventuale approdo all’Europa meno nobile come un risultato di grande rilevanza, soprattutto se penso che otto mesi fa avevo gli stranguglioni per la più che probabile retrocessione.
Però è anche vero che la squadra dello scorso campionato non era certo da B e se arrivò sull’orlo del baratro la colpa è da attribuire principalmente a sciagurate scelte di manico, cioè di allenatore, e Zoff prima e più di tutti.
Una volta ripartiti a luglio, il piazzamento dal quinto al settimo posto era da ritenere un risultato auspicabile e non proprio impossibile.
Ma dire adesso che abbiamo cinque punti di vantaggio sulla Roma, che non abbiamo Coppe a turbare la preparazione settimanale, che il gruppo è sano e guidato dal miglior allenatore italiano dopo Capello, che il nostro obiettivo è l’Uefa mi pare un tantino esagerato.
Va bene la prudenza, ma sono certo che Corvino questa cosa mica la pensa per davvero.
No, a lui, che merita almeno 8 per il lavoro fin qui compiuto, se non dovesse arrivare la Champions le scatole girerebbero esattamente come a noi.