Primo tempo inguardabile, più o meno sullo stile Sassuolo e senza alcuna spiegazione plausibile.

Nel secondo si è visto qualche sussulto, ma mai quel minimo di reazione psicologica che il momento avrebbe richiesto.

Encefalogramma piatto: due reti segnate in sei gare con Montella, cinque sconfitte e un pareggio, classifica da B certa nel girone di ritorno, Corvino disperso e però pare confermato nonostante il nulla cosmico a cui assistiamo.

Al di là del fuori campo, ampiamente dibattuto nel giorno in cui invece sarebbe stato giusto rendere omaggio a chi aveva vinto lo scudetto 50 anni fa, bisognerebbe capire cosa sia successo alla squadra.

Non esistono più giustificazioni: Lafont da tre partite è il migliore, il resto è una pena e l’unica cosa da salvare rimane Chiesa nel dopo partita, con la sua dichiarazione di grande onestà e autocritica.

Già, l’autocritica: concetto completamente dimenticato dalle parti del Franchi, oppure è sempre e ancora colpa di Pioli?