Se io fossi Pantaleo Corvino, ringrazierei tutti e a fine campionato con un gesto di classe rassegnerei le dimissioni.

A fine campionato, perché ora non avrebbe senso e creerebbe ancora più confusione nel già frastagliato cielo viola.

Sarebbe un moto di orgoglio che renderebbe giustizia all’impegno profuso in questi tre anni peraltro fallimentari sul piano dei risultati.

Non vedo all’orizzonte possibilità di rilancio per il direttore generale ed è come nei matrimoni ormai arrivati agli sgoccioli e anche oltre, con l’aggiunta che però qui non ci sono figli da salvaguardare.

Anzi, no: ce n’è una che amiamo tutti e che si chiama Fiorentina.

E non sarà certo solo colpa di Pantaleo, che adora questa bambina di 92 anni, se siamo finiti in questa marasma, ma continuare così mi sembrerebbe davvero accanimento terapeutico.