Sarà il passare del tempo, saranno le tempeste che ho felicemente attraversato negli ultimi tempi, oppure chi lo sa?

Il fatto è che rispetto a qualche anno fa sono diventato molto più sensibile a tutto e per questo mi ha quasi commosso l’abbraccio di Federico a Lorenzo, due fratelli che di cognome fanno Chiesa e che in tribuna avevano mamma, babbo (uno che aveva giocato discretamente a calcio) e sorella.

Non avevo mai visto qualcosa del genere e mi si è increspata la voce in radiocronaca, perché tutto è stato di una bellezza e di una spontaneità uniche.

Un po’ come la Fiorentina, che adesso non fa più discutere, ma sognare.

Ci stiamo dimenticando di parecchie cose perché questa squadra, questo gruppo nato sulla più assurda delle disgrazie, ci sta spingendo parecchio più in là.

E non ci viene nemmeno la voglia di chiederci dove stiamo andando.