La definizione non è mia, ma l’ho trovata perfetta per raccontare un certo modo di essere del mondo maschile, a cui appartengo con soddisfazione da quasi 58 anni.

Ci vogliono anni di introspezione e di sportellate prese in faccia  per “saper scegliere il tempo, non arrivarci per contrarietà”, per capire insomma cosa voglia dire veramente stare insieme ad una donna.

C’è chi ci arriva presto e chi non ci arriva mai.

A volte, mi verrebbe da dire spesso, dipende anche dal fatto di incontrare la donna giusta che ti spinge ad iniziare questo viaggio molto faticoso.

Il single con la fede al dito è chi pensa di fare e dire cose da famiglia, tipo “mi sacrifico tanto per voi lavorando ogni giorno come un matto”, “siete l’unica mia ragione di vita”,  e invece ragiona sempre in modo autoreferenziale, assolvendosi inevitabilmente per le proprie mancanze o tradimenti. Non inizia mai il processo, dando semmai sempre la colpa agli altri.

Ci vuole testa, cuore e molta pazienza per condividere la vita con chi viene da Venere mentre è ormai chiaro che noi discendiamo da Marte: non è facile per loro, ma è ancora più difficile per noi che abbiamo uno scarso senso dell’accudimento e una sensibilità che ad essere generosi potremmo definire completamente diversa da quella femminile.

Comunque sia, se dopo notti passate in bianco e molti mal di stomaco si è convinti di aver trovato la persona giusta, vale la pena di provarci con tutto l’impegno possibile, perché poi la vita comincia a colorarsi come neanche potevi immaginare.