Qui bisogna essere coerenti nella cocente delusione e allora non si può abbaiare alla luna e fare processi sommari a Corvino, Della Valle, alla squadra e/o perfino a Prandelli.
All’inizio della stagione avevo scritto che eravamo da sesto posto, non avendo alcuna idea precisa di dove si potesse arrivare in uefa.
Con una logica stringente ed amara, se arriviamo quinti ed abbiamo sfiorato la finale Uefa, non possiamo che essere soddisfatti.
Il problema è come (forse) arriveremo quinti e come abbiamo sfiorato la finale Uefa.
Ci sentiamo beffati.
Diciamo la verità: abbiamo tutti una gran voglia di prendercela con qualcuno per sfogare l’enorme delusione accumulata negli ultimi quattro giorni.
Il fatto è che siamo proprio cotti, più mentalmente che fisicamente, come si è potuto vedere nell’ultima mezz’ora di Cagliari, dove una squadra in liquidazione atletica non avrebbe esercitato il pressing dei viola.
Ho fatto molta attenzione alla partita nella partita di Prandelli.
Cesare sembrava Trapattoni: parlava più alla sua panchina che agli undici in campo, evidentemente perché aveva capito che poco poteva trasmettere, la squadra non era in grado di sentirlo.
Ha provato a dialogare con Mutu, quando evidentemente non ce la faceva più a sopportare gli sbagli del fuoriclasse rumeno, ma forse lo ha ancora più innervosito.
Peccato, sarebbe bastato davvero poco (io dico soprattutto uno più forte di Pazienza a centrocampo da far girare con i quattro che giocano sempre) per far diventare da 10 questa stagione.
Che comunque, lo ribadisco dopo averlo detto ieri a Golden Gol, rimane da 7,5.