Se a Roma e a Torino le cose dovessero funzionare meglio, e a Roma ci vuole veramente poco, non ci sarebbe nulla di strano ad ipotizzare Di Maio o Di Battista come premier nel 2018.
In un Paese che dopo la vergogna della dittatura e delle leggi razziali ha sdoganato in pochissimi anni i fascisti, che si è girato dall’altra parte di fronte ai delitti rossi post 1945 (leggete Pansa), che è abituato da sempre a salire sul carro dei vincitori, che problemi volete che ci siano a farsi guidare da un ex o quasi ex comico e dal figlio dell’ideatore di un blog geniale?
Meglio internet o le scuole di partito delle Frattocchie?
Fa più danni il web o la compravendita di tessere nei monumentali e variopinti congressi della Democrazia Cristiana?
Non esiste risposta, ma solo speranza nella buonafede e nella capacità degli uomini e delle donne che dovranno prendere delle decisioni.