Nella corsa a due per il posto di direttore sportivo viola, fra Corvino e Pradè voto senz’altro per quest’ultimo.
Mi sfugge completamente il senso dell’operazione “ritorno a casa di Pantaleo”, un passo indietro non da poco.
Appena ri-sbarcato a Firenze Corvino si troverebbe ad operare in una piazza che è già divisa sul suo nome proprio per via del suo modo molto personale di lavorare.
Pradé ha certamente sbagliato tanto, ma le famose plusvalenze corviniane sono state realizzate anche grazie alle intuizioni di vendita di chi lo ha sostituito e soprattutto come facciamo a dimenticare le ultime due stagioni di Pantaleo, quelle post Prandelli?
Ovviamente, come sempre, il dibattito è aperto, ma se non arriva un terzo nome, molto meglio continuare con Pradé che assistere alla restaurazione corviniana.