Lo so che domani c’è la Roma, ma ci sono momenti nella vita in cui sei chiamato a prendere decisioni importanti, lo devi fare in due minuti e da solo.
Accade questo: Cosimo viene da me e mi racconta di come un mese fa abbia perso un dentino e non sia successo niente, cioè non sia arrivato nessun soldo sul suo comodino.
Incautamente gli rispondo che avrebbe potuto dirmelo e qui scoppia un piccolo dramma perché capisce che non è mai stata la Fatina a portargli la moneta, ma un genitore.
Il passaggio successivo è ancora più difficile: “ma allora non esiste Babbo Natale e neanche la Befana” e giù pianti disperati.
Peggio che raccontare che la Fiorentina non vincerà mai lo scudetto.
I centoventi secondi di dubbio esistenziale cominciano da quel momento.
Che fai?
Neghi spudoratamente, ti arrampichi sugli specchi e provi a farfugliare che ti eri sbagliato, che la Fatina esiste e quindi anche tutto il resto?
Affronti la vicenda da padre illuminato quale hai sempre pensato di essere (bum!) e poni il novenne di fronte alla dura realtà della vita?
Opto per la seconda che ho scritto chiedendomi a che età le sue sorelle abbiano smesso di credere a Babbo Natale (e chi se lo ricorda?) e inizio ad inerpicarmi sul tortuoso sentiero della verità.
Ad essere sincero avrei voluto chiedere un time-out per chiamare qualche genitore di compagni di classe e sapere chi ancora ci credeva e chi no, ma non era possibile e così, dopo un’ora veramente difficile tra singhiozzi e rifiuti di ogni regalo presente e futuro, in qualche modo ne sono uscito vivo.
Ma se poi la Fatina dei dentini esistesse davvero?