Quattro nomi per ripartire col piede giusto, perchè attraverso i loro progressi si possa arrivare al tanto agognato quarto posto: Balzaretti, Semioli, Montolivo e Pazzini.
I primi due sono costati insieme più di Toni e Reginaldo e mi rifiuto di pensare che quelle viste siano le loro migliori potenzialità.
Siccome di Prandelli e di Corvino abbiamo imparato a fidarci, comincio a pensare che il problema sia più psicologico che tecnico, il che è molto strano per Balzaretti, che ha un passato da Juventus e dunque per lui non vale certo il discorso del salto di qualità.
Comunque sia, dire che hanno inciso poco è volerli bene, perché (diciamo la verità) se fossimo ad esempio nel mezzo della stagione 2004/2005 sarebbero già volati gli stracci.
Aspettiamo la loro maturazione, ma poi alla fine prendiamo una decisione, magari dolorosa, perché se “non fossero da Fiorentina” sarà bene darci alla svelta un taglio netto ed oneroso.
Montolivo e Pazzini sono un altro discorso e qui c’è senz’altro più qualità, solo che forse li abbiamo coccolati un po’ troppo, Montolivo più di Pazzini.
Ha ragione Benedetto Ferrara, che su Repubblica di ieri ha scritto di quanto alla fine fosse diventata stucchevole la storia di Pazzolivo: la trovata pubblicitaria era ottima, ma poi ci vogliono i rislutati sul campo.
Ribadisco che su Pazzini esiste una prevenzione, un accanimento che nasce dalla rabbia e/o delusione di non avere più Toni e che non mi pare che Vieri alla fine gli sia stato così superiore, ma non sono il suo avvocato d’ufficio e neanche il suo vice procuratore.
Deve fare di più, così come deve crescere in continuità Montolivo, che è una gran promessa da almeno tre stagioni.
Però per loro due almeno abbiamo visto quello che sanno fare, l’importante è che lo facciano più spesso.