Ieri sera mentre tornavo a casa e rispondevo alle domande via sms sono stato colto da un dubbio: cosa avrei scritto e detto nel 1968 al termine della campagna acquisti che vide la cessione dei due nazionali Albertosi e Bertini (oltre al mio personale idolo Brugnera) in cambio del discontinuo Rizzo?
Certamente avrei parlato di mercato insufficiente…
Va bene, fermiamoci qui, ma intanto godiamo la libidine calcistica di un primato assolutamente meritato, frutto, stavolta sì, di un gioco con cui prima avvolgiamo e poi stendiamo gli avversari.
Ventisette tiri nello specchio della porta sono un luna park del pallone in cui abbiamo avuto la sola colpa di non mirare troppo bene, ma a questo punto sono dettagli.
Giochiamo da grande squadra e ci permettiamo pure il lusso di tenere in panchina i pezzi da novanta, vedi alla voce Rossi, Suarez e anche Babacar.
Non sogno, ma godo e pure molto: non è elegantissima come espressione, però credo che renda perfettamente l’idea.

Purtroppo per noi oggi non è un giorno di festa: in pochissimi giorni ci ha lasciato il babbo di Tommaso Loreto.
Ogni volta che lo incontravo era così fiero di quel figlio che parlava alla radio, ha fatto in tempo a vedere il piccolo Neri e possiamo solo ribadire a Tommi quello che sa: gli vogliamo bene