Il primo ricordo non può che essere che per quella notte del maggio scorso in cui è morto il calcio.
Poi dallo schifo totale siamo come sempre ripartiti anche se il retrogusto amaro di una follia consentita ed impunita personalmente me lo porterò dietro per sempre.
Riecco quindi la Coppa Italia, con il suo consueto strascico di pro e di contro, a cominciare da chi far giocare: i migliori o quelli che non si devono mai e che svariati motivi, non ultimi quelli di mercato, avrebbero bisogno di un po’ di vetrina.
Di partite scivolose come quella di stasera ne ricordo diverse, per esempio un’incredibile eliminazione con Prandelli contro un Torino nettamente inferiore all’Atalanta.
Conterà in negativo anche la scarsa partecipazione del pubblico: chi ha la fortuna di lavorare è difficile che possa raggiungere velocemente ed entro le 18 il Franchi, ma il predominio della televisione è totale, sia questa a pagamento o visibile a tutti.
Io manderei in campo Gomez, per un’ulteriore prova d’appello e se le cose non dovessero andare si butta dentro Babacar e si spera che finisca come a Verona.