Quattromila persone a vedersi il big match Fiorentina-Montelupo, il
doppio di Milan-Brescia di Coppa Italia.
E’ un dato pazzesco, che vale di più dei settemila che nell’agosto 2002
andarono ad assistere ad una cosa indefinita, che però tutti chiamavamo
Fiorentina, impegnata contro l’Equipe di disoccupati dell’Emilia
Romagna.
Allora era una reazione rabbiosa, da post-alluvione calcistica, questo
è amore vero.
C’è la stessa differenza che passa tra la prima notte di passione con
un’attraente sconosciuta ed il desiderio fortissimo di passare un
week-end da solo con tua moglie (o tuo marito), dopo dieci anni di matrimonio.
Non è poi che Firenze sia proprio una landa desolata, una città che non offra
alternative al calcio.
Volendo, il pomeriggio, si potrebbero pure trovare altre cose da fare: una
visita agli Uffizi, una passeggiata sul viale dei Colli, magari una cioccolata
calda in uno dei bar storici che ancora resistono all’assalto dei
nuovi variopinti negozi, così trend e così brutti.
E invece, mercoledì, per quattromila fiorentini non c’è stata cosa più gustosa che passare due ore al Franchi per decidere di persona se sia meglio Bojinov o Pazzini.
Straordinario.