Vuole il massimo della pena quell’essere ripugnante e schifoso che ha consumato un atto sessuale con sua moglie e poi l’ha uccisa, ammazzando sempre a sqngue freddo anche i due figli, andando poi dopo una doccia a tifare Italia.
Qual è il massimo della pena per uno così?
Di istinto mi verrebbe da dire: la cella comune insieme ad altri detenuti.
Per la mia voglia di giustizia sarebbe meglio della pena di morte, che non dovrebbe appartenere ad un Paese civile, ma poi entrano in azione alcuni freni morali, ormai prossimi all’estinzione, perché io non ce la faccio davvero più a sopportare questo mattatoio civile.
Verrebbe da dire che noi uomini (sì, no uomini, perché nel 90% dei casi è il genere maschile che si macchia di delitti così) siamo delle bestie, ma è limitativo, perché gli animali non uccidono così.
Uccidono per sopravvivere o per difendersi, non per altri motivi.
Ripenso ai miei anni giovanili o anche quelli attuali, recupero nella memoria le cazzate più cazzate che posso aver fatto e non trovo neanche l’ombra del delirio di onnipotenza che ha preso la testa di molti.
Non arrivo a capire il percorso mentale che possa portare a questo scempio, a come esista solo l’io in tutte le sue forme più devastanti.
Gli altri, le altre, sono un corollario del mio piacere e se per regalarmi quel piacere io devo uccidere, non importa.
Uccido i miei figli, uccido una tredicenne perché altrimenti parla, uccido una moglie o una compagna che non vuole tornare con me, uccido semplicemente chi mi dice no.
Come siamo arrivati fino a questo punto?