Su una questione di fondo hanno perfettamente ragione i militanti del Movimento 5 Stelle: nella corruzione, nel rubare, non esiste alcuna differenza tra destra e sinistra.
La presunta e deprecabile superiorità morale della parte politica che ho sempre votato è un millantato credito e non conta se lo fai per te o per “il partito”, conta il fatto che sottrai denaro e risorse alla collettività e quindi a me, a noi, a voi, a tutti.
Ma la schizofrenia italiana è proprio questa: siamo molto indulgenti nei confronti di chi corrompe e si fa corrompere e al tempo stesso ci disperiamo se cresce il nostro debito pubblico, se non sblocchiamo fondi per aiutare le imprese, specialmente le più piccole.
Siamo indulgenti perchè è ormai connaturato nel nostro DNA l’idea che funzioni così, che nulla cambierà, che “in fondo non è così grave” prendere e dare soldi per vincere un appalto o per un avanzamento di carriera.
E, peggio ancora, spesso non rispondiamo alla decisiva domanda di fondo: che faremmo noi al posto loro, al posto di questi ladri?
Quando ero un ragazzo c’era uno slogan che diceva “non moriremo democristiani”, ma ci credevano in pochi e io non ero tra quelli.
Poi la DC è stata spazzata via, sono crollati i muri, il comunismo con tutte le sue atrocità resiste solo in poche aerre del mondo, ma noi siamo ancora qui come cinquanta anni fa a dibatterci tra tangenti e racconti da voltastomaco: riusciremo a morire non dico da onesti, ma almeno un meno ladri?