C’è qualcosa che sfugge nell’accanimento mostrato per la permanenza della Cancellieri al Governo.
Altri ministri sono stati indotti alle dimissioni per molto di più o molto di meno e comunque alla fine se ne sono andati, qualunque fosse la loro appartenenza politica.
La Cancellieri no, lei va a chiedere protezione da Napolitano e la trova pure.
Letta le riconferma la fiducia, i partiti che sostengono la maggioranza sono in imbarazzo, ma nessuno prende posizioni precise a livello di direzione.
In questo momento che vi assicuro essere drammatico dal punto di vista economico per le piccole e medie imprese, per i lavoratori dipendenti e a partita iva, in Italia ci dobbiamo occupare dei casini combinati da una signora benestante con figlio milionario che sarebbe incidentalmente il ministro delle gisutizia (con la g volutamente minuscola), una dama dall’animo gentile che chiama parenti di arrestati perché amici di famiglia assicurando loro attenzione.
E lasciamo perdere ogni considerazione sulla Ligresti’s band, perché basterebbe fare un salto in Piazza della Libertà a Firenze, negli uffici di Fondiaria per avere un’idea illuminante di come sia stata ridotta una delle più belle compagnie assicurative fiorentine e nazionali.
In un paese normale una vicenda del genere sarebbe stata liquidata un giorno dopo, con le dimissioni o con una mozione di sfiducia votata dall’intero Parlamento.
In Italia no, in Italia siamo ancora ai distingui se ha chiamato lei o se ha chiamato il fratello di Ligresti.
Siamo all’accettazione che il “non è giusto” riferito all’arresto della family sia un moto del cuore.
Siamo, ovviamente e giustamente, nella melma fino al collo.