Quando penso a Cesare Prandelli ho un riflesso condizionato, lo immagino sempre come uno di casa anche se è ormai diventato istituzionale, dialoga con Napolitano e presto lo farà con Papa Francesco.
Sono stato per due anni un’illuminata “vedova di Prandelli”, nel senso che la sua assenza è stata per me un danno gravissimo per la Fiorentina, soprattutto alla luce di chi è venuto al suo posto e dello strapotere assurdamente concesso dai Della Valle a Corvino, che poi ne ha fatto un uso personale e deleterio per la società.
Stimo moltissimo Manuel Pasqual, uno dei pochi che ho conosciuto un po’ fuori dal campo, perché ormai è anche una questione generazionale, visto che potrebbero essere tutti miei figli e quindi non so nienete o quasi dei calciatori.
Al di là di questo, credo che l’ultima stagione del capitano viola sia stata da incorniciare e che meritasse ampiamente la convocazione in Nazionale, così come penso che avrebbe dovuto essere chiamato per l’amichevole contro l’Argentina di mercoledì.
Invece vengono convocati tutti, compreso il buon De Silvestri, e lui no e pagherei di tasca mia per capire cosa diavolo sia successo tra Manuel e Cesare (che lo aveva lanciato nel 2005) per determinare questa chiusura tecnicamente inspiegabile.
E comunque, qualsiasi cosa sia, forse non sarebbe male un definitivo chiarimento tra due persone perbene.