Ogni affermazione o pensiero ha il proprio rovescio della medaglia e l’uso del blog, di questo blog, non fa eccezioni.
Mi libero subito dai tentennamenti e vi dico come la vedo io, non pretendendo assolutamente di aver ragione ed esponendomi giustamente a tutte le critiche possibili, anche perché non esiste secondo me una verità assoluta.
La mia scelta di fondo nel 2005 era di scrivere qualcosa di mio, che non avesse nulla a che vedere con l’impegno professionale a cui e su cui devo rispondere ogni giorno, sia per quello che dico e pubblico sul giornale, sia per quello che viene detto dalle radio che dirigo.
Ad un certo punto il blog è decollato e sono arrivate diverse offerte economiche per mettere dei banner a pagamento, nulla di straordinario, ma neanche di troppo basso.
Senza esitazioni ho pensato che a quel punto sarebbe diventato un lavoro: avrei dovuto rispondere a dei committenti, preoccuparmi degli accessi e via a seguire.
Ho detto di no, accettando solo banner di solidarietà, e ho continuato a fare quello che mi pareva, non avendo schemi precisi e soccombendo talvolta alla sindrome narcisista che si nasconde più o meno velatamente in tutti quelli che pensano di fare il giornalista o lo scrittore.
In alcuni casi ho quindi parlato solo a quei pochi che sanno di alcuni accadimenti.
Ovviamente non è molto educato nei confronti della maggioranza di voi, e di questo mi scuso, ma il blog è fatto anche per il mio divertimento, non solo per il vostro, sempre che vi divertiate.
E ora, come dicevano nei terrificanti cineforum degli anni settanta, il dibattito è aperto.