Sarebbe l’unico in concorrenza con Matteo Renzi, che spero faccia prima o poi l’ultimo passo e provi davvero a cambiare le cose.
Sto parlando di Papa Francesco e pensando al giorno della sua elezione devo confessare (tanto siamo in tema…) una mia debolezza: resisto bene al sonno, peggio alla fame.
Accade così che il 13 marzo scorso al compleanno di Picchio De Sisti, organizzato splendidamente da Giglio Amico, mi sia dato verso le 20 alla fuga perché atterrito dall’ipotesi di aspettare ancora almeno un’ora e mezzo per mettere qualcosa sotto i denti.
Sono scivolato via con destrezza, approfittando della distrazione generale e dalla pizzeria di Grassina (a casa ormai non mi volevano più) ho visto in diretta l’annuncio, l’habemus papam.
Siccome facevo il tifo per Scola (noi italiani facciamo sempre il tifo irrazionalmente per qualcuno…), lì per lì ci sono rimasto un po’ male, fino a quando non ho visto per la prima volta Papa Bergoglio.
Mi ha emozionato, subito coinvolto e così mi sono messo a sentirlo, io che sono ebreo di famiglia, quasi ateo per convinzione e initmamente refrattario ad ogni liturgia religiosa.
Da allora è stato un crescendo, tanto che in casa mi prendono pure in giro, ma io un Papa così non l’avevo mai visto.
Mi sembra molto più a sinistra di tanta gente che ho stancamente votato negli anni, mi pare molto sintonizzato sulla vita di noi comuni mortali.
Vediamo se dura, ma intanto, se Francesco si presentasse alle prossime primarie sai che distacco darebbe agli altri concorrenti.