Vorrei condividere tutto questo ottimismo che si respira intorno al rinnovo di Ljajic, ma sinceramente non ci riesco.
Siamo più o meno al punto dove eravamo due anni fa con Montolivo, con due differenze non da poco.
La prima è che’ex capitano aveva appena detto chiaramente che non avrebbe rinnovato e almeno in questo gli va dato atto di aver dimostrato molta chiarezza.
La seconda è che (per fortuna) stavolta ci siamo risparmiati la quinta colonna fiorentina che per almeno otto mesi ha soffiato sul fuoco anti-società, occupando militarmente l’etere e organizzando riunioni carbonare tra tifosi promettendo mirabolanti rivelazioni di cui non si è saputo mai niente.
Quello almeno ce lo siamo risparmiato, ma è una magra consolazione.
Resta infatti la sostanza del discorso: tra nove mesi Ljajic può tranquillamente firmare a costo zero e poichè quasi sempre “testa di giocatore è buona solo per portare cappello”, può anche darsi che guardandosi indietro e pensando ai tre campionati e mezzo trascorsi in viola sia lui a sentirsi in credito con la Fiorentina e non viceversa.
Togliamoci quindi dalla testa ogni possibile discorso di riconoscenza, qui è solo una questione di soldi.
Quelli da dare a Ljajic per convincerlo a rimanere, e quelli da dare a Ramadani per rinunciare alle lauti provvigioni che comporterebbe un trasferimento.
Niente di più e niente di meno.
C’è da fissare un limite economico, oltre il quale non andare, e prepararsi eventualmente a tenere in tribuna tutto l’anno un’ipotesi di campione.