Al netto di tutte le antipatie maturate negli ultimi allucinanti dodici mesi, e in gran parte legate alla corte dei miracoli fiorentina che lo circondava, cambiereste il determinato Montolivo del Milan con l’Aquilani viola?
Io no, assolutamente, e non si tratta della vecchia storia della volpe e l’uva.
A me Montolivo è sempre piaciuto, l’ho difeso quando sembrava una pallida controfigura di centrocampista, ne ho apprezzato la serietà, l’educazione e l’impegno, che non è quello profuso a Milano, ma che è stato molto meglio di certa gente che solo a nominarla mi vengono le bolle.
Ma Aquilani è un’altra cosa: più fragile certamente, però con qualche etto di classe in più, che si traduce anche in gol pesanti e assist decisivi.
A volte ho l’impressione che a Milano si stiano facendo un film: credono di avere un nuovo Pirlo, mentre invece, ripeto, si tratta “solo” di un ottimo giocatore, che merita di giocare in Nazionale perché in giro il livello è molto abbassato dai tempi in cui veniva messo addirittura in discussione Antognoni, oppure, ancora peggio, di quando Bulgarelli e Juliano stavano fuori.
Aquilani intriga, Montolivo rassicura, ma non fa sognare, la differenza è tutta qui.