Eccoci dunque vicini nuovamente a Delio Rossi, la più grande delusione viola degli ultimi anni.
Perché su Mihajlovic eravamo più o meno tutti d’accordo sul fatto che non ci piacesse, anche se poi si è dimostrato una persona perbene e semmai un allenatore che ha fatto proprio poco, annoiandoci in modo quasi letale anche nelle poche partite vinte.
Su Corvino ormai lo sapete bene come la penso, il voto finale è 6,5 (quindi un giudizio positivo, anche se il diretto interessato vorrebbe almeno 9, ma sarebbe lo stesso un po’ scontento…) e il disastro degli ultimi due anni, le cose inenarrabili viste e vissute sono più legate ad una folle e personalistica gestione del suo smisurato potere in società che ad errori di mercato.
Gli sbagli fatti dal 2010 in poi sono stati tantissimi, è vero, ma il tesoretto lasciato (Nastasic, Behrami, lo stesso Ljajic) ha aiutato il rilancio di questa stagione, questo è bene ed onesto ricordarlo.
Ma Delio Rossi, l’invocatissimo Delio Rossi, per tutti, me compreso, l’uomo della Provvidenza, accolto come e meglio di Prandelli, cosa ha lasciato a Firenze e alla Fiorentina?
Assolutamente niente in termini di gioco, anche se capisco come fosse difficile rimettere in piedi la barca in corsa.
E ha lasciato zero a livello di empatia e rapporti con la città perché ha assurdamente vissuto da eremita la sua esperienza in viola.
Tralascio le imbarazzanti dichiarazioni di rivendicazione personale in perfetto stile corviniano sulla bella squadra di quest’anno (questo e quello li avevo suggeriti io, avevamo pensato ad una rivoluzione eccetera), perché il punto è un altro e ci riporta sempre a quanto accaduto lo scorso 2 maggio.
La violenza di Rossi non ha alcuna giustificazione: era da licenziamento immediato e stop, come si conviene a qualsiasi società seria, non solo calcistica.
Quello che però è successo dopo è stato se possibile ancora peggio, quel suo arrampicarsi sugli specchi e parlare di mancanza di furbizia “perché se lo facevo nel chiuso dello spogliatoio non se ne accorgeva nessuno, ma io sono un uomo tutto di un pezzo e non un ipocrita”.
Eh no, se tu sei un allenatore e prendi a cazzotti un tuo giocatore, al chiuso o all’aperto che sia, sei solo un violento, perché le mani a casa mia si usano per mille cose, non per picchiare.
Il resto è fuffa, compresa quell’esaltazione di Rossi fatta da una parte per fortuna minoritaria del tifo che applaudiva al folle gesto per via dell’antipatia suscitata da Ljajic.
Se avesse cazzottato Jovetic veniva giù il mondo, Ljajic invece …”in fondo se le era meritate”
A pochi giorni dalla partita con la Sampdoria io rovescerei il concetto: non deve essere Rossi ad essere incazzato con la Fiorentina, ma semmai noi con lui, per via dell’enorme figura di cacca fatta in mondovisione e anche per questo sarà bene batterlo domenica pomeriggio.