Bisogna anche sapersele godere le cose, soprattutto se uno si gira indietro e pensa al niente degli ultimi due anni e a come aprile dal 2010 ad oggi sia stato il mese delle grandi delusioni.
Nell’ultimo anno di Prandelli, dopo l’eliminazione in Coppa Italia, entrammo in un tunnel di sconfitte e prestazioni sconcertanti che fecero da sfondo ad un addio amaro dopo quattro anni grandiosi.
Poi la Fiorentina ha rischiato davvero di disintegrarsi, molto al di là delle tristezze vissute in campo e in società, dove abbiamo assistito a spettacoli avvilenti.
Il vero rischio, peraltro non ancora del tutto superato, era quello della disaffezione, dell’abbandono della squadra, qualcosa di impensabile se solo guardiamo a come nel corso della storia il popolo viola non abbia mai avuto incertezze nel seguire la “sua” Fiorentina.
A giugno c’erano solo macerie e non parlo di valori economici, perché Nastasic e Behrami sono stati grandi affari, ma di emozioni, sentimenti, voglia di soffrire, tutto ciò che rende affascinante seguire i viola.
Adesso aprile è un mese decisivo, ma non per pensare a come cambiare o rivoluzionare la squadra: finalmente torniamo a giocarci qualcosa di importante, finalmente torniamo a divertirci col calcio.