A qualcuno gli è presa la fissazione anti-Prandelli, e tutto per l’ennesima mancata convocazione di Pasqual in Nazionale.
Premesso che è un errore non chiamare Manuel, sullo sfondo rimangono le qualità dell’uomo e del tecnico.
Lo spessore umano di Cesare Prandelli è fuori discussione, i suoi valori sono da sottoscrivere ed è inutile tirare fuori la storia di Bonucci agli Europei: è uno sbaglio, come quello di Pasqual, ma sono appunto eccezioni.
Prandelli ama Firenze: se lo chiami per qualsiasi attività benefica non manca mai, è diventato davvero uno di noi e far scoppiare una guerra per un giocatore non convocato mi pare davvero assurdo.
E veniamo al tecnico, protagonista di quattro anni e mezzo fantastici per tutti.
Ora qualcuno rinnega pure quelli, dicendo che non si è vinto nulla, che non era merito suo, che Balzaretti, Maggio, Pazzini ecc…
Certo, come no.
Si è visto cosa sia stata la Fiorentina nei primi due anni post prandelliani, con un uomo solo al comando, che ha fatto disastri inenarrabili e che imvece ha funzionato alla grande (perché Corvino dal 2005 al 2009 è stato bravissimo) quando aveva un contropotere forte.
Manca la controprova e quindi non possiamo sapere cosa sarebbe stata la Fiorentina con Prandelli e senza Corvino, ma è difficile immaginarla peggio di quanto abbiamo visto.
Prandelli è un grande allenatore, che sbaglia a non convocare Pasqual, stop, il resto sono elucubrazioni prive di senso.