Stavolta Cassano ha battuto tutti i record precedenti: è quasi arrivato alle mani con Stramaccioni dopo appena sei mesi di Inter, la sua squadra del cuore, il posto dove sarebbe rimasto per sempre, eccetera, eccetera.
Via, si riparte.
A giugno chissà chi gli darà tre milioni netti l’anno per essere mandato affanculo.
Dopo il dito nel capuccino a Batistuta a Roma, le pagliacciate all’ingrasso di Madrid, la sclerata villana e penosa con Garrone a Genova, le infamate a Galliani e tutto il Milan, ecco dunque quest’ultima perla.
Chiedete un po’ a chi frequenta la Nazionale cosa voglia dire passare quaranta giorni con Cassano, tra poco due volte padre, eppure sempre affetto da quel morbo adolescenziale che gli fa pensare di essere in qualsiasi luogo ed età il bambino prepotente di Bari vecchia, legittimato a dire e fare quello che vuole.
Non lo regge nessuno, col tempo è peggiorato perché neanche più divertente.
Io uno così in Fiorentina non l’avrei voluto nemmeno dipinto e ricorderete il mio imbarazzo nei giorni della sua sceneggiata genovese, nel gennaio 2010, quando aveva detto di sì, poi ni e poi ancora no per non tradire chi avrebbe insultato pochi mesi più tardi.
Gli show di Mutu al confronto sono barzellette, perchè non ricordo di Adrian grandi sciocchezze quando faceva il calciatore e naturalmente sto parlando dell’atteggiamento tenuto con compagni e allenatori, non di quello che combinava fuori dal campo.
O vediamo se c’è ancora qualcuno che riesce ancora a difendere Fantantonio (ma Fanta de che? Ormai è pure diventato un normale buon attaccante)a qualsiasi latitudine del mondo pallonaro.