Non staremo un po’ esagerando nella gestione mediatica e tecnica dei giocatori viola?
Mi riferisco alla velocità con cui i nostri eroi passano da indispensabili, da simboli del nuovo corso, a normali giocatori da mettere sul mercato.
La parabola di Emiliano Viviano è molto triste: avverto in giro un’aria di rassegnazione, come se davvero a giugno fosse arrivato un leader del tifo a difendere la porta e non uno dei più forti portieri degli ultimi campionati, sia pure fermato nella sua crescita professionale da un grave infortunio due anni fa.
C’è invidia e anche un po’ di malafede in certi giudizi.
E’ come se ci fosse una gran voglia di liberarsi di questo peso ingombrante e davvero non capisco il perché, mi sfugge qualcosa, mi sembra tutto molto strano.
E dopo Viviano, Roncaglia.
Passato nel giro di dieci giorni da eroe dei due mondi a uomo delle plusvalenze.
Offrono 7,5 milioni? E chi se ne frega.
Ce lo teniamo perché nella vita ci vuole coerenza (e pure qualche difensore forte) e vorrei anche che ci fosse una rapida rilettura dei peana del recente passato: Facundo di qua e Facundo di là, la maglia della Nazionale italiana e quella argentina, la dichiarazione d’amore a Firenze e ino deciso alla Juve.
Eravamo a fine 2012, non un secolo fa.