Se me l’avessero detto prima dell’ultimo Fiorentina-Cagliari non ci avrei mai creduto.
E’ stata la prima partita in cui ho portato Cosimo allo stadio e confesso di aver pensato a certi piccoli eventi traumatici che poi sconvolgono una vita: questo ragazzino, dopo uno spettacolo del genere, mi diventa juventino.
Meno male che ancora non capisce troppo di calcio e dopo una ventina di minuti si è messo a giocare con il suo Nintendo e che della partita se n’è fregato.
Sono passati meno di sei mesi ed il mondo si è come rovesciato: ADV non ha sbagliato un colpo e ha scelto gli uomini giusti al posto giusto.
Quelche giapponese vedovo di Vernole sta cercando di spacciare bufale tipo che ci sia ancora il vecchio DS ad ispirare le mosse di mercato, oppure che in fondo questa squadra era già stata costruita da chi c’era prima e che quindi Pradé e Macia non facciano altro che seguire certe indicazioni.
La verità è che finalmente, dopo due anni di niente assoluto, con un ambiente disintegrato da penose guerre intestine, a Firenze siamo ritornati “a fare calcio”.
Ed è bellissimo, è come ritrovare un vecchio amore mai sopito.