Troppo idiota la battuta per essere vera e Sergio Marchionne è tutto meno che uno stupido.
Dai, non è possibile definire Firenze “una città piccola e povera”, ci deve essere sotto qualcosa di non scritto per permettere a Matteo Renzi di fare bella figura.
A che servirebbe ricordare cosa è stata Firenze per l’umanità e cosa rappresenta per centinaia di milioni di persone che sognano di visitarla?
Non sprechiamo il nostro tempo per queste cose, prendiamolo di tacco il sor Marchionne, anzi prendiamolo per il bavero senza arrabbiarci più di tanto.
Uno dei suoi predecessori, molto più signore di lui, e sto parlando di Paolo Fresco, ha scelto di viverci in questa “povera città”, abitando a Fiesole, che, lo dico per lo scarso senso delle conoscenze geografiche del Sor Marchionne, fa parte della provincia fiorentina.
Io credo che Renzi debba ringraziare la geniale idiozia vomitata da chi forse abbiamo sempre immaginato più intelligente di quanto in effetti sia.
Mai sentiti i fiorentini così uniti e arrabbiati, anzi sì, per la Fiorentina, ma per questo genere di cose mai.
E chissà come rosicano in queste ore i papaveri del PD per tutta la pubblicità gratuita avuta dal loro incubo notturno.
Però ripeto: non consideriamolo troppo il tipo.
Seppeliamolo con una risata, o in alternativa con una supercazzola, ma con scappellamento a sinistra stavolta, visto il destinatario dell’invettiva dell’omarino.

Attenzione però a mettere tutto in una specie di brodo primordiale in salsa viola.
Marchionne è una cosa, la Fiat e quello che rappresenta nel bene e nel male per l’economia italiana un’altra.
Voglio dire che quando si parla di boicottaggio della Fiat bisogna riflettere bene su un dato fiorentino: ci sono nella nostra città 500 famiglie che vivono legando i propri destini a quelli dell’azienda di Torino.
Può piacere o meno, ma è così.
Quindi la scelta della macchina da comprare non dovrebbe secondo me tenere in alcun modo conto di questa penosa e ridicola vicenda: invitiamo Marchionne a Firenze, sommergiamolo di pernacchie, ma lasciamo perdere azioni contro l’azienda che rappresenta.