Non si diventa uno dei due/tre magistrati più importanti ed influenti d’Italia se non si ha una profonda conoscenza degli uomini e delle loro debolezze.
Per questo ieri sera a Golden Gol non ho resistito alla tentazione e ho domandato fuori onda a Pier Luigi Vigna se davvero Luca Pancalli fosse l’uomo giusto per tentare di tirarci fuori da questo guazzabuglio di violenza e buoni propositi in cui siamo precipitati da venerdì sera.
Rassicurato dalla sua risposta positiva, gli ho quindi riproposto il quesito in diretta e credo sia stato un momento importante della trasmissione.
A me pare che Pancalli goda di un rispetto che era (giustamente) venuto meno in tutti i sensi con Carraro e Matarrese, mentre con Rossi in tanti abbiamo preso una terribile cantonata, fidandoci della sua abilità nel precedente lavoro che svolgeva.
Ci ho ragionato un po’ sopra e sono arrivato a delle conclusioni politicamente scorrette: un uomo come Pancalli, che vede il mondo dal basso (o dall’alto, fate voi) di una sedia a rotelle e che questo mondo è riuscito a rovesciarlo, se ne frega degli interessi economici dei vari potentati.
Se ne strabatte degli eventuali danni delle televisioni, se le partite si giocano il mercoledì invece della domenica, o se gli incassi si dovessero azzerare in caso di gare a porte chiuse.
I sorrisini di circostanza che hanno accompagnato la sua nomina si sono trasformati in rispetto e, in alcuni casi, nel timore che qualcosa stia davvero cambiando.
Dopo la delusione di Rossi ci voglio andare molto cauto, ma intanto, se un uomo come Vigna la pensa come me, forse stavolta non la buttiamo di fuori.