O almeno un ringraziamento, che chiuda due anni abbondanti di atroci delusioni, promesse spesso disattese e responsabilità massime dei proprietari viola che hanno permesso l’annientamento tecnico e ambientale delle ultime stagioni.
E però domani pomeriggio, anche se saremo quattro gatti o poco più, non sarebbe sbagliato sancire mediaticamente un nuovo patto tra chi ama la Fiorentina (cioè i tifosi tutti, senza distinzioni) e chi ha tirato fuori molti soldi per provare a ricostruire una squadra che torni a regalare soddisfazioni.
Per carità, io parto dal presupposto che uno va allo stadio e fa quello che gli pare, però vorrei richiamare l’attenzione su quello che è stato il peccato originale della nostra convivenza con la famiglia Della Valle, l’equivoco di fondo di cui non ci siamo mai liberati.
E cioè questo: noi siamo convinti di aver fatto loro un piacere nel permettere di “usare” la Fiorentina nella loro affermazione planetaria, loro invece pensano che l’aver tirato fuori quasi duecento milioni di euro in dieci anni costituisca un valido motivo per avere fiducia e pretendere un minimo di riconoscenza, se non addirittura di affetto.
Io, dico la verità, da uomo che ogni giorno si muove nel magmatico mondo commerciale in cui bisogna girare con le mutande di ferro e da piccolo manager-direttore che cerca di aggiustare le cose per andare aventi dignitosamente, sono più orientato dalla parte dei Della Valle, salvo poi avere improvvisi sussulti passionali e rivendicare urlando che “noi siamno la Fiorentina e abbiamo la nostra storia da difendere”.
Comunque sia, forse dopo dieci anni questa contrapposizione potremmo anche metterla in soffitta e provare a scrivere con Andrea, ma credo che Diego sia sempre dietro l’angolo, un nuovo capitolo della storia.