L’avevo messo nel conto che qualcuno si sarebbe arrabbiato ascoltando il mio intervento ieri a Radio Radio con Sconcerti e Focolari.
Mi ero in sostanza detto d’accordo con Sconcerti sul fatto che a San Siro certamente avremmo perso e, nonostante le critiche più che legittime alle mie parole, ripeterei tutto senza problemi per due motivi.
Il primo è squisitamente deontologico: si può tifare per una squadra (e io sono viola da capo a piedi fin dall’età della ragione), ma svolgendo la professione di giornalista non si può trascurare la realtà.
E’ come se durante la radiocronaca vedessi sempre i falli dubbi a favore della Fiorentina o non sottolineassi qualche favore (pochi, in verità) a nostro vantaggio.
Perderei di credibilità, esattamente come se oggi mi dicessi sicuro di fare risultato a Milano, contro una corrazzata che sinceramente non saprei come fermare.
Il secondo aspetto invece ha qualcosa a che fare proprio col tifo e trae le sue origini dalla scaramanzia.
Voglio dire: andiamo tranquilli a Milano, sicuri di perdere e prendiamo tutto quello che viene come un dono inaspettato.
Domani sera potrebbe essere per questo ancora più bello il viaggio di ritorno.