Come si fa a non voler bene a questa fragile splendida ragazza che da 46 anni accompagna le mie giornate?
Un po’ calpestata e un po’ derisa, lasciata molto a se stessa, ma resta sempre la Fiorentina.
Ne abbiamo viste di peggiori (non molte, a dire il vero, ma ci sono state) e dobbiamo sperare in giorni un po’ meno arrabbiati, in cui il nostro livore si stemperi nella passione che ce l’ha fatta amare per un gol o per un campione.
Adesso sembra che peggio di così non si possa stare ed è vero se pensiamo alla componente emotiva, perché non esiste più la gioia di partecipare all’evento collettivo.
Ma se andiamo a grattare la superficie non facciamo fatica a riscoprire certe pulsioni, anche se quella fantastica maglia viola la indossa Vargas.
Quindi buon viaggio Fiorentina, che sia un anno diverso dagli ultimi due, dieci mesi in cui sia possibile tornare a volerti bene per quello che sei sempre stata.