Tu sei nato Andrea Agnelli e pensi che la vita sia sempre in discesa: hai tutto, perfino il culo di vincere uno scudetto appena sei diventato presidente.
Poi gli dei si imbronciano e ti fanno passare questo maggio che ti riporta sulla Terra, insieme a noi comuni mortali.
Prima ti inquisiscono l’allenatore dei miracoli.
Tu sei molto virile e accigliato, ti piazzi accanto a lui in sala stampa e quello sciagurato ti fa svergognare chiedendo a chi indaga di avvertirlo prima, semmai dovessero fare altre perquisizioni a casa sua.
Poi scopri che hai lo stopper sotto indagine, sempre per cose in cui la tua società non c’entra niente, ma lì sei fortunato perché il tecnico della Nazionale applica uno strano metodo di giustizia e rimanda a casa solo l’altro inquisito, quello che per fortuna avevi già restituito a quel gentiluomo di Preziosi, altrimenti facevi la coppia, come con i canarini.
Infine vieni a sapere che esiste la possibilità che il tuo giocatore più forte si sia fumato tre miliardi del vecchio conio in otto mesi di scommesse, dopo aver fatto mediaticamente il diavolo a quattro con sparate variamente assortite nella loro assurdità.
Ovvio che alla fine sbarelli, anche perché tu sei Andrea Agnelli e mica sei abituato a tutto questo, tu hai sempre pascolato nell’Olimpo.
Sbarelli e straparli, ti vengono fuori delle cose tipo: “ma perché escono solo ora certe cose?”.
Te lo spiego io, che sono solo un umile lavoratore nella vigna dell’universo pallonaro: vengono fuori ora perché se le avessero tirate fuori prima, forse tu lo scudetto, con un portiere completamente in tilt, forse neanche lo vincevi.