Se mi date di vecchio avete ragione, ma come faccio a non pensarci?
Sono appena arrivato in questo albergo che non è un albergo qualsiasi, ma quello dove la Fiorentina dormì nella notte tra il 15 ed il 16 maggio 1982.
Il ricordo fa pensare a due cose:
1) adesso posso permettermi un albergo del genere (oh, nulla di che, solo che all’epoca trovammo alloggio presso un amico conosciuto durante il militare che ci accolse gratis a casa sua);
2) non mi è passata per niente.
Dalla finestra di una di queste stanze si affacciò Massaro per assicurare il popolo viola migrato in Sardegna che non ci sarebbero stati problemi, che avremmo certamente vinto il tricolore.
Ad un certo punto sbucò pure Galli, che si stava facendo la barba, ma rientrò prudentemente in camera.
Erano le dieci del mattino, otto ore dopo ci avrebbero rubato lo scudetto.
La hall me la ricordavo, perché fu qui che vidi per la prima volta l’impunita gomitata di Brio a Borghi in Catanzaro-Juve e fu atroce, perché ci sentimmo presi in giro anche dalle parole di Boniperti e Trapattoni.
Domani farò a piedi il tragitto verso lo stadio, così come a piedi tornammo con Maurizio rintronati da quel caldo crudele e splendido che solo la Sardegna sa regalare a metà maggio.
Lo farò anche per ricordarmi com’ero, a neanche 22 anni, cosa pensavo, cosa speravo e come avevo il cuore in subbuglio per uno scudetto che mi sembrava già mio: quando mai ci andremo così vicini?