Sentimenti assortiti ieri sera a Parma: perplessità iniziale per la formazione di Rossi, desolazione e scoramento per il primo tempo, sensazioni positive da Cerci, rabbia per Lazzari e Amauri (che non beccandola mai si è pure arrabbiato con tutti), compiacimento per la conquista dei tre punti con furto, incavolatura nera per il rigore finale.
In quei novanta minuti certo non memorabili del Tardini c’è un po’ tutta la bellezza del calcio, con gli stati d’animo che si rovesciano nel giro di trenta secondi, con le infinite discussioni del dopo.
Per esempio: giochiamo male come con Mihajlovic, eppure potevamo vincere.
O ancora: abbiamo calcisticamente infamato Cerci con qualche ottimo motivo (mai prima però che erntrasse in campo, lì è da stupidi) e adesso senza Jovetic siamo aggrappati a lui e davvero non si capisce perché si continui a tenerlo fuori e lasciare Lazzari in campo.
Comunque sia, ci siamo presi un bel punto robusto che assomiglia un po’ al pollo lesso che ti danno dopo che sei stato male di stomaco.
Non sarà troppo saporito, ma aiuta a star meglio.