La differenza è semplice, ma precisa: con Cerci non si sa mai che cosa può succedere e spesso arriva la delusione.
Con Ljajic invece ormai si sa tutto benissimo: non succede mai niente, nel senso che questo ragazzino, che non vuole imparare a crescere ma che è stato pagato una fortuna e che guadagna moltissimo, ancora non ha capito cosa vuol dire fare il calciatore in Italia.
Frulla sempre intorno all’attacco senza incidere, lo spostano senza problemi e gli portano via la palla, semplice.
Ecco perché, dopo tutti i treni che Ljajic non ha preso ne’ al volo e neanche da fermo, sarà giusto provare a far (ri)salire sulla macchinosa locomotiva viola l’Henry di Valmontone, che almeno una traccia di se’ l’ha lasciata in passato.
Certo, fa paura pensare che i due siano costati complessivamente 11 milioni di euro in contanti, cioè sonanti e ballanti.
Una cifra pazzesca per il bilancio viola, con cui avremmo potuto tranquillamente prendere un grande attaccante, ma ormai indietro non si può più tornare.
E allora, guardando avanti alle prossime tre partite (perché per me Jovetic non rientrerà nemmeno contro la Juve) proviamo a vedere se fra un gatto al guinzaglio, un parcheggio in sosta vietata, una passatina e qualche scemenza scritta dalla fidanzata riusciamo a ritrovare un vero giocatore di calcio.