Dunque Marco Bruno, il “simpatico” No Tav che ha pesantemente insultato il coetaneo carabiniere invitandolo a sparare, si ispira a Peppino Impastato, il ragazzo fatto a pezzi dalla mafia il 9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui ritrovarono il corpo di Aldo Moro.
A me pare un insulto alla memoria.
“Ho agito per paura”, ha detto Bruno, ma non spiega di che cosa.
Povero cucciolo, anzi: povera pecorella smarrita, rifacendosi al suo linguaggio dileggiante.
C’è una parte del nostro Paese che ragiona stereotipi, per loro il signor Marco Bruno è un eroe e non importa quello che fa o quello che dice.
Conta solo essere contro e allora io mi chiedo quante persone sappiano esattamente per cosa si protesta e quante invece, penso la stragrande maggioranza, abbiano di tutta questa vicenda solo una vaga percezione, perché il tutto è assorbito dell’eco degli scontri e dalla violenza dei dimostranti.
Davvero un bel servizio per la propria causa.
E in quanto al signor Marco Bruno, tranquilli: tra poco verrà fuori che è un bravo ragazzo, magari che fa del volontariato e che in fondo bisogna capirlo.
Voi ci riuscite?

P.S. A me sembra che alcuni di voi e non io vedano il dito e non la luna.
Non ho elementi per giudicare se sia giusta o meno la protesta NO Tav, io non ho parlato delle ragioni delle parti.
Il post si riferisce al gesto idiota di uno che poi dice di ispirarsi a Peppino Impastato, un ragazzo morto per i suoi ideali e a cui una cosa del genere non sarebbe nemmeno passata per l’anticamera del cervello.
Se poi è un bravo ragazzo (immaginavo che sarebbe venuta fuori la solita retorica italica) e ha un figlio, questo non cambia la sostanza della questione: è diventato un personaggio per avere insultato un carabiniere.
E io questo non lo posso accettare, per rispetto dell’Italia e di chi è preposto alla nostra sicurezza.