Nel febbraio del 2001, alle 21 circa, squillò il mio cellulare, Valentina corse per rispondere, ma l’anticipai, forse presagendo qualcosa.
Era il giorno dopo la lite tra Antognoni e Sconcerti a Canale Dieci, una trasmissione che diressi molto male, ma con imparzialità.
“Ti sei messo contro chi non ti dovevo mettere, attento che ti spezziamo le gambe”, mi fu detto da un tizio probabilmente giovane, sicuramente con accento fiorentino.
Rimasi scioccato, ma sorrisi a Valentina (sei anni), dicendo che avevano sbagliato numero.
Il lunedì successivo Antognoni, che già in televisione mi aveva etichettato come appartenente al “Clan dei marsigliesi” dichiarò a Lady Radio che io puntavo a diventare l’addetto stampa della Fiorentina e che comunque di me non si occupava troppo perché “non gli interessavano i pesci piccoli”.
Fecero uno striscione a Bari con scritto “Guetta circonciso”: più stupidi che offensivi.
Mi arrivarono a casa due lettere: in una c’erano tre svastiche e varie offese antisemite, nell’altra ancora la minaccia di spezzarmi le gambe.
Feci denuncia contro ignoti ai Carabinieri di Grassina, dopo sei mesi mi chiamarono e mi dissero che il pubblico ministero aveva deciso di archiviare tutto.
Oggi sono soddisfatto di sapere che almeno a Roma c’è qualcuno che si è mosso contro questi bastardi che abitano in ogni città, che fanno della violenza un mestiere e che prosperano nell’illegalità facendo finta di amare una squadra di calcio.