Nel marzo 2010, mi pare, stavo preparandomi a gustare uno dei piaceri della vita: la visione di tutte le partite sul divano davanti all’unico televisore di casa Guetta, una cosa di cui vado molto fiero: abbiamo moltiplicato i computer, ma non le tv.
Avevamo appena perso con il Parma e due minuti prima del fischio di inizio mi arriva sul cellulare una chiamata da un numero che non conoscevo: “Signor Guetta, buongiorno, sono Francesco Guidolin”.
Mio silenzio di tre secondi e ripresa dall’altra parte: “Sono l’allenatore del Parma”.
Per quanto ormai rincoglionito, la mia risposta fu che sapevo benissimo chi fosse e iniziammo una conversazione che mi fece perdere la prima mezz’ora delle partite (anche a lui, immagino).
La ragione della chiamata era un mio articolo sul Corriere Fiorentino in cui lo accusavo di ipocrisia a proposito della famosa querelle a Palermo con Prandelli, quando Mutu segnò con Guana a terra e lui se ne andò dal campo.
Lui contestava il mio aggettivo, io ribettei con le mie ragioni e cominciammo a parlare di calcio in generale.
Posso dirlo?
L’impressione fu che non fosse affatto antipatico e che certe sfumature, certi modi di intendere il pallone solo come uno sport e non come un’industria mi facessero ricordare (ebbi nettamente questa impressione) proprio Cesare Prandelli.
Ci demmo appuntamento per la gara di ritorno a Parma, per una chiacchierata a registratore acceso da realizzare in Emilia nei giorni precedenti alla partita, un’intervista che poi per motivi di tempo non ho mai richiesto.
Questo è il piccolo retroscena che volevo raccontare, il resto è la grande prova dell’Udinese di ieri, che arriva dopo un campionato in cui ad un certo punto io ho sperato che vincesse lo scudetto.
Davvero un ottimo allenatore Guidolin e chissà come sarebbe stato il suo matrimonio a Firenze, ma devo dire che Corvino non ebbe una cattiva intuizione quando nel 2005 sterzò in direzione Orzinovi…