Come morire di freddo ed essere felici
Domani salirò in macchina, inserirò il comodo navigatore (sulle strade sono una catastrofe) e partirò per Udine insieme a due giovani “discepoli”.
Venticinque anni fa mi trovai alle due di notte alla stazione con Rinaldo (il boss) e un altro amico per prendere il treno per Bologna, poi Venezia ed infine Udine, dove arrivammo alle dieci del mattino.
Le coincidenze successive ci avrebbero condotto allo stadio alle 12.30, un po’ tardi per me.
Sapete com’è: ero un po’ paranoico con la puntualità e gli orari. Dopo sono peggiorato.
Fuori il termometro segnava meno quindici gradi, un freddo secco che ti entrava nelle ossa.
Quando ritirai l’accredito mi fecero una domanda decisiva per il mio futuro: “avete anche chiesto il telefono per la radiocronaca?”.
Ma quale telefono, che ce ne fregava a noi della radiocronaca.
Noi andavamo lì solo per le interviste del dopopartita e poi chi volevi che stesse a sentire una radiocronaca su Radio Blu?
Il problema fu che nel campionato successivo mi ricordai di quella domanda e da lì iniziò l’avventura, ma questa è un’altra storia.
Dunque, meno quindici gradi e almeno tremila viola al “Friuli” inciucchiti dal freddo e dai tanti grappini che gli ospitali padroni di casa offrivano senza soste.
Non mi ricordo mai se segnò prima Graziani e poi Bertoni o viceversa, e non ho neanche voglia di andare a controllare, tanto non importa.
Certo è che fra i due gol realizzò il pareggio Carletto Muraro e che alla fine eravamo matematicamente Campioni d’inverno con due punti di vantaggio sulla Juve.
Al decimo del secondo tempo non ce la facevamo veramente più per il freddo e chiedemmo asilo (concesso) nella cabina riscaldata di Sandro Ciotti, che era la seconda voce (Ameri trasmetteva Napoli-Juve).
Avevo ventuno anni, una fidanzata che odiava il calcio, trecentomila lire in banca, quindici cambiali ancora da pagare per la mia A112 Abarth, nessuna idea su quello che avrei fatto da grande ed ero felice.
Settembre 23rd, 2006 alle 10:58
Dici “felice” come se tu fossi nostalgico.
Si è sempre felici quando si guarda indietro ai nostri ventuno anni, anche se molto spesso non lo eravamo veramente, magari spensierati, ma non sempre felici anche se ad anni di distanza ci vediamo così (o ci piace vederci così). Ma anche oggi alla fine siamo felici no? 4 anni fa eravamo appena usciti da un fallimento, in C2 con una squadra da rifare, un “russo” come allenatore e dei marchigiani un po’ snob tutti da scoprire, i “ciabattini” (affettuosamente).
Come facciamo a non essere felici oggi?
Certo, la penalizzazione, la CL svanita, la calciopoli farlocca delle intercettazioni Telecom mirate ad arte, gli argonauti, tutto quello che vuoi. Ma siamo Campioni del Mondo e siamo ancora in serie A.
Te c’hai il tuo navigatore, una radiocronaca da fare, una società finalmente seria ed affidabile, un grandissimo allenatore, una buona squadra.
Mi spieghi cosa vorresti di più?
Le vittorie, quelle vere? Arriveranno anche quelle.
Saluti
RISPOSTA
Ragazzi, ma che avete? Perché volete sempre cercare la polemica?
Cerchiamo di darci tutti una calmata e recuperare lo spirito del blog
Io ho raccontato uno stato d’animo. E certo che il ricordo dei 21 anni profuma sempre di felicità, ma che c’entra con l’attualità?
Non voglio nulla di più, sono a metà strada (se va bene) della mia vita e fino ad oggi ho avuto una fortuna sfacciata, di cui ringrazio il cielo. E questa fortuna si chiama salute e forse un pizzico di grinta che mi permette di fare le cose che mi piacciono.
Ciao,
David
Settembre 23rd, 2006 alle 11:12
Praticamente il Nick Hornby di noialtri. Grande.
Forza Viola.
Domani sera ti ascolto, ci puoi contare.
Settembre 23rd, 2006 alle 11:24
Capisco questo tuo inno ai tempi passati, e avendo solo qualche anno più di te, della felicità di esserci e di vivere a venti anni. E mi ricordo con gioia la mia prima Renault 5, rigorosamente usata, comprata a chiodo. Quella è l’età in cui i sogni si mescolano alla realtà, e tutto appare possibile anche se lontano. Ed è per questo che tuttora preferisco la curva. Tanti anni passati sui gradoni del Comunale (per me sarà sempre questo il nome)mi fanno risentire lo spirito di quei tempi. Tuttora mi piace arrivare con un certo anticipo per captare gli umori e per esserci, perchè la curva non è solo tifo ma anche tanta, tanta umanità, con pregi e difetti. Anche se freddo vento e pioggia li sopporto sempre di meno.
RISPOSTA
La Renault 5 è stata il passaggio successivo dall’A112.
Era molto meno veloce, ma più comoda quando bisognava abbassare i sedili (non a caso ce l’aveva pure Pestuggia…)
Ciao,
David
Settembre 23rd, 2006 alle 11:42
Oh david ma la fidanzata che odiava i’ccalcio che è quella del presunto figlio quando andasti a cagliari?David,come si faceva a vincere lo scudetto quel giorno?Quando c’è questi segnali bisogna stare a casa:due anni fa quando si vinse a Verona 2-1 col Chievo a Roncobilaccio mi toccò fermarmi prima in un bar eppoi in farmacia per una diarrea clamorosa.Dovevo tornare a casa, era un segnale,non tanto per la partita,quanto perchè a Verona Nord non so come decisi di prendere a 40 all’ora un guard rail e fece 2 milioni di danno alla macchina e son tornato in treno.
RISPOSTA
Era quella. Sono segnali, è vero, ma te a pari punti con la Juve avresti rinunciato ad andare a Cagliari?
E po che segnale era? Magari uno pensa “è il destino, divento padre a 22 anni (che fortuna…) e vinciamo lo scudetto”.
Ciao,
David
Settembre 23rd, 2006 alle 11:48
Grande David…
p.s. a furia di sentir parlar di freddo mi son venuti i brividi…..
Settembre 23rd, 2006 alle 12:03
Già, io ero tanto felice quando giocavo col pallone di spugna, da solo, nell’androne del condominio, e simulavo le partite, facendomi la telecronaca.
Poi, cos’è successo?
Preferei non esserci proprio…
RISPOSTA
Poi ci hanno rubato lo scudetto. O, ad essere del tutto sinceri, ci hanno rubato almeno la possibilità dello spareggio con la Juve.
ma incobevano i Mondiali del 1982 ed una coda al campionato era intollerabile.
Ciao,
David
Settembre 23rd, 2006 alle 12:29
Grazie,david,sono le persone che come te mi dannola forza per guardare ancora il calcio
Settembre 23rd, 2006 alle 12:32
facendo due conti…….21+25 = 46 pensando di essere a metà strada facciamo 46 + 46 = 92 …..auguri David a me non dai noia ma sei sicuro che non ci sia nessuno che fa gli scongiuri…….compreso quello di cui dovevi farci il nome e ancora non hai mantenuto la promessa ,anche se io qualche passo avanti l’ho fatto ,te lo rammenterò finche non manterrai la parola.l’importante poi è arriverci bene a quel giorno……come fece un giorno il mio maestro ho sempre detto che a me andrebbe bene un giorno non tornare fuori dall’acqua (senza patire) a te andrebbe bene rendere quello che non è tuo mentre stai commentando il 6/8 scudetto viola ? sai te che effetto/affetto!
RISPOSTA
Punto al bersaglio grosso: i 100 anni!
Però sono talmente già rincoglionito che non mi ricordo più di chi avrei dovuto fare il nome.
Illuminami, per favore.
Un abbraccio,
David
Settembre 23rd, 2006 alle 13:53
Caro David,
ho letto con molto piacere e curiosità questo articolo relativo a 25 anni fa, anche perchè, all’epoca io ne avevo solo 4 e non ricordo molto! Dopo aver letto questo pezzo sono andato a rivedere cosa scrivevi di quell’anno ne “la mia voce in viola” e mentre stavo chiudendo il libro, mi è caduto lo sguardo su una delle ultime pagine dove parlavi di Repetti: che personaggio!
Ho deciso di mandarti questo commento, perchè, l’anno scorso ho lavorato per 6 mesi in Olanda e durante uno dei miei viaggi Pisa-Amsterdam ho conosciuto casualmente il Sig. Repetti Attilio: io ho provato invano a chiedere e a capire come ci avessero preso in giro in quell’occasione, ma lui parlava…parlava e mi raccontava dettagli dei suoi incontri con gli allora vertici viola non troppo adatti per essere scritti in un blog…che anni che abbiamo passato. A ripensare a quel periodo anche i 16 punti da recuperare sembrano una sciocchezza.
Un caro saluto e i più sinceri complimenti per il tuo modo di fare giornalismo.
Gabriele
RISPOSTA
Grazie davvero, Zerunian cmq era peggio, te lo assicuro
Ciao,
David
Settembre 23rd, 2006 alle 14:14
auguri david,bello il tuo amarcord, sa di cose vere, semplici, che si possono toccare con mano.
certo quando riponi la vena giornalistica,scrivi veramente diverso dal solito.
..senza offese
ciao
Settembre 23rd, 2006 alle 14:14
Questo tuo racconto mi ha fatto venire in mente questo pezzo di una canzone: “..andare sempre avanti, gettare il cuore oltre la fiamme, e andare sempre avanti di giorno e di notte eh…” scritta da chi? Ciao, Michele
Settembre 23rd, 2006 alle 14:23
dovevi dire come si chiama chi un giorno ti voleva portare da …….palazzi (x scherzare). MA TU NON FARE IL FURBO ……NON SEI RINCOGLIONITO NO!
P.S. essendoci sul blog altri “paolo” vorrei cambiare il mio in “PaoliNik” posso?
RISPOSTA
Puoi cambiare quello che vuoli e, scusa, ma continuo a non capire.
Ciao,
David
Settembre 23rd, 2006 alle 15:00
questo non è un blog, ma una noiosità incredibile.
Di cosa dobbiamo discutere in questo articolo scritto da guetta????
Vuoi dire per caso che solo te sei un mito che si è fatto centinaia di km e patito il freddo per seguire la magica viola????
Sei come noi!!!!!
RISPOSTA
Chi ti ha detto di discutere di quello che ho scritto?
Spero davvero che tu stia provocando, perché altrimenti ci vuole la neurodeliri.
David
Settembre 23rd, 2006 alle 15:28
Ciao David,
ricordo bene quel giorno, c’ero anch’io nei distinti con il mio viola club, avevo 24 anni e tante belle speranze, compresa quella di vincere uno scudetto contro la juve, sulle gradinate c’erano formazioni di ghiaccio ed avevamo usato i vecchi impermiabilini trasparenti per isolare un po’ il di dietro, una gran bella vittoria quella, senza discussioni per nessuno.
Purtroppo c’ero anche a Cagliari, unica scelta da me azzeccata prendere l’aereo invece della nave, in certi momenti non vedi l’ora di rinfilarti dentro casa tua, da solo !!!
Settembre 23rd, 2006 alle 16:13
speriamo di tornare da udine con un grande freddo addosso!!! -13!!!FORZA RAGAZZI
Settembre 23rd, 2006 alle 16:56
David, non era polemica la mia, ma solo la constatazione che a guardare indietro, molto indietro, si tende sempre a vedere le cose in un certo modo un po’ indorato. Tutto qui.
Però scusami (sempre senza polemica), ma ultimamente nelle tue parole noto una sorta di disagio. Oggi un “c’eravamo tanto amati”, ieri i giornalisti razza bastarda, e ancora prima una certa tensione nei tuou scritti nel commentare lo sfogo del Pranda.
Ribadisco che la mia non è polemica, vorrei solo capire come mai tutt’a un tratto, nonostante sia palese il farlocco che sta in calciopoli e nella nostra penalizzazione, sembra che l’ambiente fiorentino si sia così tanto destabilizzato e tutti siamo così nervosi.
Non so, il tuo post circa tempi passati l’ho letto e assimilato come se fosse un “a mie tempi…”.
O sbaglio io?
Saluti
RISPOSTA
Hai ragione sul nervosismo, frutto di un’estate folle e dei 19 punti di penalizzazione, e torto sulla storia dei miei tempi.
Forse non è chiaro che io sul blog vado a ruota libera, non ho linee editoriali da seguire.
Stamani, mentre correvo per cercare di stare disperatamente in linea, mi è venuto in mente quella partita di 25 anni fa e così poi, appena ho potuto, mi sono messo a scrivere di quelle emozioni.
Tutto qui, ciao
David
Settembre 23rd, 2006 alle 17:40
Bello, molto bello… nonostante il magone che mi viene, pensando a come finisce la storia
Settembre 23rd, 2006 alle 21:01
Ciao David innanzi tutto grazie per queto spazio che ci concedi, quasi sempre a noi tifosi non è permesso aere voce in capitolo quasi su niente in questo mondo del calcio, quindi apprezzo molto questo tuo blog…ne approfitto per chiederti una cosa, io ascolto molto spesso radio blu..ma perchè non cambiare il nome in radio viola???? in fondo non è la radio di tutti i tifosi della viola??’baci
RISPOSTA
Cara Giulia, perché poi alla fine dedichiamo “solo” due ore su sedici di programmazione alla Fiorenina e quindi non sarebbe corretto cambiare il nome, come invece hanno fatto altri in passato.
Un abbraccio,
David
Settembre 23rd, 2006 alle 21:29
Oh David io ho 50 anni,ed ho ben capito il tuo blog ,volevi semplicemente abbinare un bel ricordo giovanile ad un possibile e scaramantico esito di domenica sera positivo come allora ,solo che i gradi se erano all’epoca meno 15 domani si spera faccia meno freddo a meno…………………..13.A proposito ecco i marcatori 17° Bertoni ,56° Muraro e gol vittoria di Ciccio al 62°.Beh quell’anno arrivammo secondi e si sa come ma quest’anno BISOGNA SALVARCI .Vincenzo
Settembre 24th, 2006 alle 08:33
Che racconto struggente
Settembre 24th, 2006 alle 09:35
Non è che per caso si chiama Radio Blu in omaggio al Prato?
RISPOSTA
La prendo come battuta, ma, lasciatelo dire, è ben poco divertente.
Ciao,
David
Settembre 24th, 2006 alle 10:20
non bisogna mai vergognarsi a trasmettere emozioni bravo david
Settembre 24th, 2006 alle 11:51
David,
quando ti deciderai a scrivere il secondo libro, dopo il successo de “la mia voce in viola”?
RISPOSTA
Caro Gabriele, “bisogna saper scegliere il tempo”, come declama in Eskimo il maestro Guccini e secondo me il tempo giusto è stato quello.
Bisognerebbe che accadesse qualcosa di speciale, magari uno scudetto, e cmq deve essere qualcosa di emotivo e non commerciale.
Un abbraccio,
David