E’ una mia deformazione personale e professionale: poiché ho preso dai 14 ai 23/24 anni tante di quelle porte sul viso da far desistere chiunque avesse avuto un po’ meno voglia di fare il giornalista, ho sempre pensato che nulla mi fosse dovuto, ma piuttosto conquistato giorno dopo giorno.
Per questo non ho mai sopportato la logica del tutto e subito che invece temo sarà il filo conduttore della vita dei miei figli anche per colpa mia (hanno davvero il “culo nella nutella”, come direbbe Damascelli) per non parlare delle raccomandazioni di ogni genere e/o delle scorciatoie prese da chi ha fatto lo subito loscatto, ma che ora è alle mie spalle.
Traducendo tutto questo in salsa viola in questa domenica pasquale (auguri in colpevole ritardo a tutti), mi sono chiesto dopo il successo non banale di Cagliari se non fosse il caso di fissare una specie di premio di consolazione per questa brutta stagione, qualcosa che possa renderla meno amara e magari fare arrivare tutti noi meno “incazzati neri” all’appuntamento con la settimana della rabbia viola.
Perchè io sto molto meglio quando la Fiorentina vince e si vive in pace: lo dico e lo scrivo perché non si sa mai quello che la mente umana può arrivare a pensare, soprattutto in momenti come questi, quando è grande la confusione sopra le nostre teste.
Credo che dieci punti nelle ultime quattro gare potrebbero essere un buon approccio ad un’estate meno velenosa, meglio ancora se sbancassimo San Siro, ma qui siamo un po’ alla fiera dei sogni.
Il voto rimarrebbe sempre sotto la sufficienza, ma arrivando magari all’ottavo posto si vedrebbe in giro qualche sorriso in più.