Me la ricordo bene quella serata del 6 giugno 1993: stramazzato sul divano del seminterrato in cui ero scappato all’inizio della mia nuova storia d’amore, vagavo nel nulla.
Zero prospettive sull’avvenire, totale senso di irrealtà per la Fiorentina in B, nero ovunque andassi col pensiero, prospettive economiche ormai oltre ogni limite del ragionevole.
Al contrario del rigore di Catanzaro nel 1982, io mi accorsi della porcata di Carnevale all’Olimpico solo il giorno dopo sui giornali: si vede che una retrocessione è più anestetizzante di un mancato scudetto.
Mi rifeci però proprio il lunedì, al Processo, quello originale, quando diventai lo Sgarbi della situzione litigando con tutti, in primis Cellino, perché non davano troppo peso alla maialata dell’ex marito della Perego: ci avevano spedito di sotto, questi bastardi.
Scrivo tutto questo quasi come sfogatoio, perché anch’io ormai considero la Roma prossima alla Juve nella mia personale classifica del “tifo contro” e però domani a pranzo non sarà proprio il caso di avere gli occhi iniettati di sangue.
Sarà invece proprio il contrario: ci vorrà freddezza, furbizia, pazienza per vincere una partita contro una squadra, diciamocelo, più forte di noi.