Ci pensavo ieri nel tragitto di sei ore Novoli-Grassina, quando mi capitava di incrociare qualcuno che mi riconosceva e parlava di Fiorentina: tutte facce sorridenti, con quel po’ di ironia dissacratoria fiorentina che non guasta e a cui non rinuncio mai (ultimo esempio personale: ho rivisto Mencucci a Parma e sapendo quanto qualcuno fosse arrabbiato, a torto, per una certa intervista gli ho chiesto se per caso non fosse venuto con lui anche il padre di Masi…).
Ma perché allora, mi sono detto, questo mondo del calcio radiofonico e internettiano che frequento da così tanti anni si è così incattivito negli ultimi tempi?
Ho appena ascoltato a Radio Blu un intervento avvelenato contro i giornalisti di Lorenzo, che chiamava dalla Tahilandia: era inviperito al limite della rabbia con chi criticava Corvino per l’acquisto di Boruc e faceva tutto questo con una voglia di rissa sinceramente sorprendente.
Ho una mia spiegazione, che temo però sia un po’ di retroguardia: troppi soldi, troppa permalosità, troppa gente che non avendo di meglio da fare si occupa o tenta di occuparsi di calcio (ovvero ci campa: mi ci metto anch’io, con la robusta attenuante che rischio sempre in proprio perché mi occupo di tutto e non c’è nessuno a pagarmi, ma funziono solo se quello che faccio ha successo), nessun rispetto per i ruoli e per la professionalità delle persone.
Accade così che chi non critica abbastanza è un servo della società, e chi critica secondo alcuni troppo può essere sbertucciato dal primo tifoso che si mette davanti ad un computer o prende la linea.
Una democrazia pallonara, che potrebbe perfino essere giusta, se non producesse sempre vendette e controvendette: per parecchi ormai si è contro o a favore a prescindere.
Mi sono divertito in questo senso a vedere come gli utenti di questo blog giudichino il mio rapporto con Corvino, che è identico a quello che avevo nel 2005, quando è arrivato a Firenze: ne ho parlato a volte benissimo e a volte piuttosto male, a seconda delle circostanze.
Ebbene, in tanti sono convinti che io abbia un fatto personale contro di lui e altrettanti ritengono invece che io sia quasi un suo sodale o che lo tema.
Visto che tra una settimana è Natale, la mia personale letterina comprende un solo desiderio: una maggiore serenità di giudizio, abbinata ad una tolleranza verso il prossimo, che sarebbe poi la pietra angolare per un miglioramento della civile coesistenza in questo bellissimo e disastrato Paese.