Oggi pomeriggio, una volta fatti gli auguri di rito, i fratelli Della Valle dovrebbero resettare la Fiorentina.
Il verbo è orribile, me ne rendo conto, ma serve a spiegare meglio il concetto e si deve cominciare chiedendo scusa ai tifosi scusa per l’orribile 2010.
In primis lo dovrebbe fare Corvino, assoluto protagonista per tutto questo desolante anno solare, e autore in piena autonomia di tutte le scelte tecniche, a cominciare dall’allenatore.
Poi si comincia a pensare alla ricostruzione partendo da due dati confortanti: la passione c’è sempre, anche se sotterrata da mille permali e mille polemiche, e la presenza dei Della Valle, che sono il meglio sul piano della solidità economica (e, mi fido di Cognigni, hanno ancora voglia di buttare dentro la fornace del calcio qualche milione di euro).
Non è poco, ma non è abbastanza, perché bisogna togliere di mezzo l’autoreferenzialità, quella melassa di autoincensamento che da anni sta pericolosamente attaccata ad ogni dichiarazione viola e che sta venendo a noia anche ai tifosi più pazienti.
Basta, e lo sto dicendo da mesi, con lo sbandierare i bei risultati dei primi anni (prima o poi mi aspetto un’intervista di Ranieri Pontello che punto sul vivo ricorda quanto sia stato bravo ad arrivare ad un quarto d’ora dall’scudetto e dopo ad un passo dalla Coppa Uefa…), basta con i quarti posti spacciati per scudetti, basta con i giocatori mugugnanti “che non sanno cosa fare del loro futuro”, che hanno il mal di pancia se non parlano con i Della Valle e via a seguire.
Basta anche attendere e pretendere le “corvinate”, perché qui a furia di aspettarle, invocarle e/o immaginarle abbiamo imbarcato nella Fiorentina decine di giocatori di cui faccio fatica a ricordare i nomi.
Ripartiamo dalle cose semplici del calcio, per esempio un allenatore meno confuso nell’approccio psicologico con i propri giocatori, un tecnico che chieda uomini (ma giocatori veri, non ragazzini) adatti all’idea di calcio che ha in mente.
Vuole giocare con il 4-3-3? Bene, pretenda calciatori che sappiano fare quello schema.
Non sono prime scelte? Pazienza, tanto quelle non le abbiamo quasi mai avute e quando raramente sono arrivate a volte avevano pure il vizio occulto (Mutu).
Si sfruttino insomma i prossimi cinque mesi di una stagione molto triste e grigia per costruire un vero e proprio laboratorio viola, che funzioni da trampolino di lancio per il 2011/12 e si cerchi di sviluppare veramente la politica del sorriso e della simpatia e non quella dell’arroccamento.
Perché qui non ci sono nemici e la stampa svolge il proprio ruolo declinando colpe e meriti personali, senza che si debbano vedere ombre ovunque.
L’alternativa a tutto questo è una sola: un lento e inesorabile disamoramento della Fiorentina.