Che ci volete fare? Su certe cose mi impermalisco come un tempo e mi si intasa ancora la vena.
La storia dei 4 euro mezzo spesi per un Mars e un bicchiere d’acqua non è stata certo raccontata per il rammarico di aver speso quei soldi, ma per spiegare come si sia arrivati sempre più spesso a mettere le mani nelle tasche di chi va allo stadio.
Ma poichè è arrivato qualche post che mi fa i conti in tasca, è bene chiarire alcune cose, così forse capite meglio il padrone di una casa che è anche vostra.
Mi ritengo una persona molto fortunata per la salute e perché mi piace molto quello che faccio, tanto che non mi pesa lavorare tantissimo, guadagnando quindi in proporzione a quello che produco (perché è quello il parametro: se fallisco con le mie scelte e le mie idee, gli sponsor mi abbandonerebbero alla svelta e la storia si chiuderebbe).
Detto questo, veniamo al mio rapporto con i soldi: ho la responsabilità di tre figli (Letizia saprebbe cavarsela da sola senza problemi) e venendo da un passato familiare disastroso cerco sempre di vivere in modo tranquillo, senza troppe alzate di ingegno, pur non facendo mai mancare niente a nessuno.
L’unico sfizio che da una decina di anni mi concedo è la macchina, di cui in verità non mi frega niente, tanto che la impresto a qualsiasi amico che me la chiede, però mi piace averla bella e comoda.
Se fossi ossessionato dai quattrini, come qualcuno ha scritto, mi sarei comportato in altro modo con i diritti d’autore de “La mia voce in viola” e avrei detto di sì alle offerte di chi voleva mettere su questo blog dei banner a pagamento.
Dico invece di no a diverse cose che significano soldi, ma anche uno scadimento del mio lavoro e non sopporto i micragnosi, i tirchi, chi non dà qualcosa agli altri e gli accumulatori, ossessionati dal possesso di beni e quattrini.
Nonostante sia attraversato ogni tanto da pensieri di destra, soprattutto sull’importanza della meritocrazia, continuo a ritenere che sarebbe meglio stare personalmente un po’ peggio, se la maggior parte della gente che vive veramente male riuscisse a migliorare la propria condizione.
Tornando quindi all’inizio, spero di aver chiarito a qualcuno il senso della mia protesta, che era rivolta al sistema calcio e non riguardava invece le mie finanze.