Complice il giorno di festa, ho prestato particolare attenzione ai vari commenti del post Catania e mi sono convinto di un’idea che già mi frullava in testa da tempo: i tifosi viola chiedono veramente poco alla squadra.
E quel poco è rappresentato da un misto di orgoglio per la maglia che si porta, che quasi sempre conta più per chi guarda che per chi gioca, e una buona rappresentazione di ciò che viene chiamato gioco del calcio.
Bisognerebbe cioè giocare davvero a calcio, per novanta minuti, con armonia e tecnica, che in una squadra di serie A dovrebbero essere ai massimi livelli, perché altrimenti si va a vedere il Grassina o l’Antella, si torna prima a casa e si spende molto meno.
Nessuno chiede lo scudetto, la Champions se arriva è festeggiata, come è giusto che sia, mentre l’altra Europa dovrebbe essere un fatto quasi normale, ma tutto questo è secondario rispetto alla voglia, e in qualche modo l’esigenza, di vedere giocare bene al calcio la Fiorentina.
Ecco perché il punto di Catania sembra quasi una sconfitta, perché lo spettacolo per almeno metà del tempo è stato deprimente e questo è inaccettabile per una città ed una tifoseria che del bello ha fatto una ragione di vita.