Ventiquattro anni fa a quest’ora io ero ancora a cercare di scoprire se Antognoni avrebbe giocato o no.
I Mondiali sono una buona occasione per capire quanto siamo cambiati rispetto a quattro, otto, sedici, venti, ventiquattro anni prima.
Avevamo appena perso lo scudetto, anzi ce l’avevano rubato, ma non mi ricordo che nessuno di noi tifasse Germania nella finalissima o prima ancora Brasile.
Qualcuno sì per l’Argentina, ma solo per la presenza di Bertoni e Passarella.
Quando inquadrarono Bergomi, mi scappò un’espressione blasferma che il mio amico Maurizio Passanti, padrone di casa e molto religioso, mi perdonò solo perché anche lui condivideva la delusione di non vedere in campo la nostra bandiera.
Mi ricordo distintamente che fino al gol di Tardelli tifai per la rpetizione della finale martedì 13 luglio, e lì Giancarlo avrebbe potuto esserci.
Poi mi lasciai un po’ andare, ma festeggiai con misura, appena mezz’ora.
Questa volta i festeggiamenti li voglio fare con la Fiorentina in A e comunque stasera FORZA ITALIA (ovviamente senza alcun riferimento al partito, ci mancherebbe altro).

P.S. Io sono molto contento e perfino orgoglioso di questo titolo di Campioni del Mondo, ma sull’argomento vige la più assoluta libertà di pensiero